NOIA – Neuropatia ottica ischemica anteriore

Esiste una patologia che si chiama “NOIA”: è una malattia grave, di natura circolatoria vascolare a carico dell’occhio; in termini tecnici è l’infarto della testa del nervo ottico, cioè quel pezzettino di nervo ottico che affaccia dentro il bulbo oculare.

Il nervo ottico fa tutta una sua strada all’interno dell’orbita, arriva alla parete dell’occhio ed entra dentro l’occhio; la testa del nervo ottico (detta anche “papilla”) è quel pezzo del nervo ottico che l’oculista può osservare tramite l’oftalmoscopio, è il principio del nervo ottico che poi parte e va, tramite l’orbita, dentro la scatola cranica.

La Neurite Ottica Ischemica Anteriore è, appunto, una malattia di natura vascolare, cioè un infarto di questa porzione del nervo ottico, per caratteristiche vascolari specifiche, ossia il microcircolo della testa del nervo ottico ha una forma particolare e per questa forma particolare può essere soggetto ad avere un infarto, cioè un’occlusione acuta del sistema delle micro arteriole che irrorano la testa del nervo ottico.

Dal punto di vista oftalmoscopico, quindi per l’oculista, ha delle caratteristiche particolari e quindi va distinto dalla papillite di natura infiammatoria, quindi dalla neurite ottica di tipo infiammatorio della testa del nervo ottico e le caratteristiche sono ben specifiche e ben conosciute dagli oculisti.

Il paziente avverte la mancanza di vista, quindi il fenomeno è quello dell’amaurosi, cioè la perdita della vista monoculare (da un occhio): questo tipo di perdita di vista può essere totale ma molte volte è un’emianopsia altitudinale: cosa significa? Vuol dire che il paziente percepisce la perdita di metà del campo visivo; non nel senso di destro o sinistro ma metà del capo visivo superiore o metà del campo visivo inferiore.

Solitamente la perdita del campo visivo è quella superiore; questo non è un dato statisticamente significativo, ossia: possono esserci Neuriti Ottiche Ischemiche Anteriori con mancanza di un pezzo di campo visivo, che può essere superiore e inferiore, oppure può essere inferotemporale o inferonasale.

La malattia va diagnosticata prontamente e va curata con farmaci vasodilatatori e con farmaci che riducano l’iperaggregabilità del sangue (dunque farmaci che servono a sciogliere il sangue); naturalmente lo scopo della terapia è di mantenere e stabilizzare quella che è la capacità visiva residua e soprattutto di evitare che succeda anche nell’altro occhio.