Vitrectomia Mini Invasiva
Il Dott. Alberto Bellone esegue interventi di altissima specializzazione quale la vitrectomia 27g a Milano e Torino.
Cosa è la vitrectomia
La vitrectomia è una procedura di microchirurgia oculare utilizzata per rimuovere il corpo vitreo, come in caso di presenze di opacità del vitreo derivanti da versamenti emorragici e trazioni che il vitreo stesso può esercitare sulla retina.
Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente presente all’interno dell’occhio, al quale dà forma e volume. Costituito in gran parte da acqua e da sostanze quali l’acido ialuronico. Per la sua posizione, è in stretti rapporti con la retina, alla quale aderisce in più punti. Tra le indicazioni principali della vitrectomia abbiamo:
- emovitreo (presenza di sangue nel vitreo)
- malattie a carico del vitreo (ialosi asteroide, opacità vitreali, miodesopsie, ecc.)
- distacco di retina
- retinopatia diabetica
- proliferazione di membrane sulla superficie della retina (pucker maculare)
- foro maculare
- edema maculare
La vitrectomia è efficace quindi in tutte quelle situazioni in cui il vitreo non é più trasparente come nelle emorragie o nelle infezioni, oppure quando si è reso responsabile del formarsi di una patologia a carico della retina come il distacco, la retinopatia diabetica, il foro maculare e il pucker.
Stilizzazione di un fermo immagine durante una vitrectomia mini-invasiva 27G:
Si ricorre alla vitrectomia anche in caso di traumi oculari penetranti con o senza ritenzione di corpo estraneo o nel caso di complicazioni di altre chirurgie oculari come nel nucleo lussato in camera vitrea a seguito di un intervento di cataratta con rottura capsulare.
La mia esperienza come chirurgo vitreo-retinico:
Che cos’è la vitrectomia mini-invasiva
E’ disponibile in Italia chirurgia vitreoretinica mini-invasiva da 27g. Con la lettera “G” = Gauge si indica la misura del diametro degli aghi delle siringhe, quindi più è grande il numero più piccolo è il diametro, per cui la chirurgia 27g è migliore della 25g perché crea un foro più piccolo, a tutto vantaggio del paziente.
La vitrectomia viene eseguita facendo dei forellini all’interno dell’occhio attraverso i quali vengono inserite delle microsonde che permettono di eseguire l’intervento chirurgico sul corpo vitreo e sulla retina.
Il diametro di queste microsonde determina la invasività dell’intervento: è chiaro che tanto più piccolo è il diametro tanto migliore sarà la compliance da parte dell’occhio del paziente e tanto migliori saranno i risultati dell’intervento chirurgico e tanto migliora sarà la ripresa nel postoperatorio.
Il 27 gauge corrisponde a 0,4 mm. Siamo partiti 20 anni fa dalla vitrectomia 20 gauge, quindi con un diametro sopra il millimetro e siamo arrivati allo 0,4 millimetri. Con un diametro di 0,4 mm queste “miniporte” attraverso le quali si entra attraverso l’occhio non necessitano di sutura nel postoperatorio, sono autochiudenti e non determinano la fuoriuscita di liquido nel postoperatorio e non determinano la presenza di complicanze.
Sono pertanto bene accettate dal paziente e in abili mani del chirurgo possono consentire un intervento chirurgico vitreoretinico in tempi brevissimi (parliamo di 15-20 minuti) e un recupero funzionale immediato (parliamo di 24 ore) senza dolore e in casi selezionati addirittura senza anestesia.
Trascrizione del video.
Vitrectomia mininvasiva è una metodica moderna che consente di eseguire interventi mininvasivi sul corpo vitreo e sulla retina e quindi di intervenire sulle microstrutture più nobili all’interno dell’occhio. Grazie alle nuove tecnologie delle macchine più moderne che noi abbiamo a disposizione possiamo permetterci di eseguire interventi minimali con uno stress minimo per i tessuti oculari e per il paziente; ricordiamo che tanto minore è il tempo in cui stiamo all’interno di un occhio, di un organo, tanto minore è il traumatismo che ne apportiamo, tanto più veloce sarà la ripresa che l’organo stesso avrà.
Una chirurgia moderna mininvasiva non può prescindere da macchine di ultimissima generazione; l’evoluzione della vitrectomia mininvasiva ha portato a una miniaturizzazione delle strutture fino a 27 Gauge (che è il diametro minimale degli aghi con cui noi eseguiamo dei micro interventi all’intervento dell’occhio) e queste nuove macchine consento di eseguire qualsiasi tipo di chirurgia vitreoretinica mininvasiva a 25 e soprattutto a 27 Gauge. Che vantaggio ha ridurre molto il diametro con cui entriamo all’interno dell’occhio? Ha l’enorme vantaggio di dare uno stress minimo alle strutture, quindi un recupero funzionale velocissimo, una chirurgia snella e pulita e un occhio che il giorno dopo quasi non presenta segni di una pregressa chirurgia.
Queste nuove macchine che abbiamo a disposizione consentono una chirurgia di cataratta mininvasiva e una chirurgia combinata. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi possiamo eseguire una chirurgia sul segmento anteriore, quindi togliere la cataratta e impiantare una lente ad alta tecnologia che consentirà al paziente di avere una visione perfetta da lontano, a mezza distanza e da vicino, quindi di avere una performance visiva di altissimo livello.
Naturalmente se il paziente ha anche una patologia a carico del vitreo e della retina è consigliabile eseguire un intervento combinato, che consiste nella chirurgia del segmento anteriore: si tratta di asportare la cataratta e impiantare un cristallino ad alta tecnologia se il paziente lo richiede e contemporaneamente eseguire una vitrectomia mininvasiva sul segmento posteriore.
Da questo nasce un concetto nuovo, che è quello della chirurgia refrattiva del vitreo: in realtà non esiste, perché è un neologismo che abbiamo coniato per definire tutto quello che noi possiamo fare per dare al paziente una qualità della visione il più perfetta possibile; vuol dire che se il paziente esegue un intervento di cataratta con una lente ad alta tecnologia e quindi ha il desiderio di avere una visione perfetta come se fosse un ragazzino, allo stesso modo ha il diritto di vedere eliminate le impurità che ha all’interno del corpo vitreo e le associate membrane epiretiniche.
La chirurgia mininvasiva della macula con l’asportazione delle membrane epiretiniche e dei residui del corpo vitreo distaccato, diventerà la chirurgia di routine dei pazienti affetti da cataratta che eseguono una chirurgia di cataratta refrattiva. Queste nuove macchine consentono di avvicinarci a una chirurgia sempre più minimale e fatta in tempi brevi con risultati eccezionali per il paziente.
Qui di seguito alcuni miei articoli sulla vitrectomia pubblicati sui magazine online e cartacei:
Tecniche sempre più mini-invasive, con post-operatorio ridotto e niente dolore. La tecnologia nel campo della chirurgia oculistica continua a fare passi avanti: una delle ultime novità riguarda la vitrectomia, una procedura chirurgica utilizzata per rimuovere il corpo vitreo di solito in seguito ad alcuni tipi di maculopatia o al distacco di retina. «La novità consiste in un’evoluzione del diametro degli aghi delle siringhe, disponibili da poco in Italia a 27 gauge, ossia 0,4 millimetri – afferma Alberto Bellone, oculista di Torino specializzato in chirurgia refrattiva e microchirurgia oculare -.
In precedenza la misura più piccola disponibile era 25g ossia 0,5 mm. Un cambiamento davvero microscopico, ma che per la microchirurgia è sostanziale e comporta numerosi benefici per il paziente: i risultati saranno migliori e così anche la ripresa dopo l’operazione».
L’intervento di vitrectomia consiste nella rimozione del corpo vitreo e si rende necessario a seguito di alcune patologie: «Il corpo vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente presente all’interno dell’occhio, composta in gran parte da acqua e da sostanze come collagene e acido ialuronico. Aderisce in più punti alla retina, quindi l’intervento deve essere eseguito da esperti per evitare danni» dice Bellone.
L’intervento. «La vitrectomia è efficace quindi in tutte quelle situazioni in cui il vitreo non é più trasparente come nelle emorragie o nelle infezioni, oppure quando si è reso responsabile del formarsi di una patologia a carico della retina come il distacco, la retinopatia diabetica, il foro maculare e il pucker – spiega l’oculista torinese -. La vitrectomia a 27g è indicata per la gran parte degli interventi, anche se non proprio per tutti. Tra le indicazioni principali per la vitrectomia 27g c’è la membrana epiretinica (pucker maculare) o maculopatia a cellophane, come viene spesso chiamato. Un altro caso piuttosto frequente in cui si pratica è il distacco della retina». Si ricorre alla vitrectomia anche in caso di traumi oculari penetranti con o senza ritenzione di corpo estraneo, o nel caso di complicazioni di altre chirurgie oculari come nel nucleo lussato in camera vitrea a seguito di un intervento di cataratta con rottura capsulare.
La tecnica. «Negli anni ’70 , quando fu inventata la vitrectomia era a 17g. Vent’anni fa lo strumento utilizzato aveva un diametro di 1 millimetro, oggi, dopo vari passaggi intermedi, con il 20 e il 23 g abbiamo più che dimezzato questa grandezza» spiega l’oculista torinese. La vitrectomia avviene praticando dei forellini all’interno dell’occhio attraverso i quali sono inserite delle microsonde che permettono di eseguire l’intervento chirurgico sul corpo vitreo e sulla retina. Il diametro di queste microsonde determina la invasività dell’intervento: è chiaro che tanto più piccolo è il diametro tanto migliore saranno i risultati dell’intervento chirurgico e la ripresa nel postoperatorio.
«Con un diametro di 0,4 mm si aprono delle “miniporte” nell’occhio per l’operazione, che, per le dimensioni così ridotte sono auto-chiudenti (non bisogna dare dei punti di sutura), non determinano la fuoriuscita di liquido nel postoperatorio e non causano complicanze – afferma Bellone -. L’intervento si esegue in tempi brevissimi (15-20 minuti) e il recupero funzionale avviene subito, in 24 ore, senza dolore e in casi selezionati addirittura senza anestesia».
Il Dr. Bellone ha eseguito in Italia un numero considerevole di interventi di vitrectomia mini-invasiva ed in particolare è l’operatore che ha adottato per primo in Piemonte la tecnica a 27 Gauge.
Vitrectomia mini invasiva nella retinopatia diabetica:
Vitrectomia a Torino e Milano
Grazie alla chirurgia vitroretinica oggi si salvano occhi che fino a 20 anni fa sarebbero stati considerati irrecuperabili. Sono aumentate precisione e sicurezza in ambito chirurgico.
Il Dr. Alberto Bellone offre ai suoi numerosi pazienti che provengono da diverse regioni italiane e anche dall’estero le migliori e più avanzate tecnologie microchirurgiche. Se fino a qualche tempo fa la vitrectomia era riservata solamente ai casi più complicati, oggi è diventata più popolare anche come prima scelta.
Costo della vitrectomia mini-invasiva 27G
Il prezzo della vitrectomia posteriore 27G parte da 6000 euro per occhio