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La fotofobia è un sintomo che alcuni pazienti presentano e significa avere fastidio alla luce, che può essere più o meno intenso ed è un sintomo che può essere legato a una patologia della superficie dell’occhio (quindi una semplice irritazione dovuta a un corpuscolo che è entrato nell’occhio o un piccolo corpo estraneo nella congiuntiva) oppure può essere legata a una cosa un pochino più seria, che può essere un’abrasione della cornea o può essere legata a una congiuntivite e quindi a un qualcosa che porta poi il paziente dall’oculista; l’oculista naturalmente fa la diagnosi e decide qual è il trattamento migliore.
La fotofobia, però, può anche essere dovuta a patologie più profonde, quindi non solo patologie superficiali ma malattie che colpiscono l’interno dell’occhio possono dare la fotofobia.
La più comune patologia dell’interno dell’occhio, che causa fotofobia, è l’irritazione del corpo ciliare (la reazione ciliare), che avviene ogni qualvolta ci sia un’infiammazione interna all’occhio che crea un’irritazione dell’iride e di tutto quello che è l’apparato uveale dell’occhio, cioè quella tunica vascolare che irrora l’occhio e che da la sintomatologia reattiva di tipo ciliare, ossia: il paziente ha fotofobia perché ha un’irritazione del corpo ciliare piuttosto che dell’iride, piuttosto che della parte più interna e posteriore dell’uvea, che è la coroide.
I quadri clinici più comuni sono l’uveite e l’irite, ossia infiammazioni di natura autoimmune in cui il soggetto attacca se stesso; allora nell’uveite e nell’irite si ha una forte fotofobia perché ogni qualvolta l’uvea viene offesa, viene attaccata, il sintomo principale è l’importante fastidio alla luce: il paziente si presenta con l’occhio rosso, un dolore profondo e un’irritazione importante alla luce, dunque non riesce a tenere l’occhio aperto.
Questo tipo di patologia va riconosciuta e va fatta una diagnosi differenziale con le malattie della superficie dell’occhio; naturalmente la diagnosi la fa l’oculista e il paziente viene ospedalizzato o comunque trattato in maniera importante per ridurre i suoi sintomi e aggredire la patologia d’origine.