L’IC-8 Apthera IOL è una lente con piccola apertura unica nel suo genere, progettata per i pazienti con cataratta. L’IC-8 Apthera IOL è indicata per essere impiantata in un occhio dopo che il cristallino naturale è stato rimosso nell’intervento di cataratta, in occhi con fino a 1.5 diottrie (D) di astigmatismo corneale preoperatorio. L’altro occhio dovrebbe essere impiantato con una IOL monofocale o torica monofocale. L’IC-8 Apthera IOL fornisce una profondità di fuoco estesa da lontano a intermedio e vicino ed è destinata a ridurre gli effetti della presbiopia.
La lente IC-8 Apthera è progettata per focalizzare la luce che entra nel tuo occhio utilizzando la tecnologia della piccola apertura. Quando la luce passa attraverso la piccola apertura (creata dal componente FilterRing™ all’interno della lente), solo la luce focalizzata raggiunge la retina. La luce sfocata che può causare visione sfocata viene filtrata. Questo espande senza interruzioni il tuo campo visivo, mettendo a fuoco oggetti e testo da lontano a vicino.
È notizia di questi mesi l’acquisizione della Bausch & Lomb delle lenti intraoculari da cataratta IC8 che avevano avuto negli scorsi mesi l’approvazione FDA quindi è una lente che aveva il marchio CE ma non era vendibile negli Stati Uniti ha avuto l’approvazione FDA e adesso è stata acquisita dalla Bausch & Lomb.
Questa è stata una grande mossa da parte dell’azienda perché questa lente è l’unica lente al mondo esistente oggi per la correzione dei difetti di vista correlati ad alterazioni della cornea. Prendiamo in considerazione l’occhio come una macchina fotografica questa macchina fotografica è composta fondamentalmente da due lenti.
La prima lente è la cornea, la lente più potente dell’occhio, la seconda lente dell’occhio è il cristallino. Facciamo finta che la prima lente, la più potente, abbia un problema e abbia un’alterazione quindi questa alterazione non consente al paziente di vedere in maniera definita.
Le alterazioni possibili della cornea sono moltissime ma in particolare ci concentriamo sulle alterazioni corneali conseguenti a un intervento chirurgico quale la cheratotomia radiale, quale i laser a eccimeri eseguiti quindi nei primi anni novanta con esito magari molto buono per i primi tempi, ma con problemi sulla media lunga distanza e soprattutto con una performance visiva qualitativamente più bassa con poca luce.
Anche i pazienti affetti da malattie quali cheratocono, trapianti di cornea, cheratiti, traumi sono pazienti che hanno alterazioni di questa importante lente dell’occhio che è la cornea. Come possiamo fare per ovviare a questo problema?
Verrebbe da dire trapiantando la cornea. Il trapianto di cornea è un intervento che viene eseguito molto bene ma ha il difetto di non consentire una performance visiva buona soprattutto all’inizio per le irregolarità che si vengono a formare nei punti di sutura.
Ecco quindi che la soluzione più intelligente è quella di eliminare il cristallino che è la seconda lente dell’occhio ed è una lente che ha una potenza che è circa la metà di quella della cornea e quindi un tessuto – tra virgolette – “stupido” perché il cristallino è una banale lente che sta all’interno dell’occhio e può essere rimpiazzato con una lente di plastica.
Questa lente di plastica è una lente ad alte prestazioni e soprattutto con tecnologia del foro stenopeico quale la IC8 che consente di eliminare le aberrazioni. Ecco quindi il trucco adottato dagli oculisti che consiste nel togliere il cristallino soprattutto se è catarattoso o anche trasparente in casi selezionati per ovviare alle aberrazioni corneali.
Quindi in caso di malattia della cornea, in caso di alterazioni non della trasparenza, ma della trasmissione della luce nella cornea, irreversibili e stabili nel tempo, la soluzione è quella di togliere il cristallino, fare un intervento di cataratta quindi e inserire a suo posto una lente artificiale con tecnologia del foro stenopeico che è la lente IC8.
Parliamo della tecnologia vecchia di 3000 anni: già gli egiziani si erano accorti che se guardiamo attraverso un forellino piccolino, che noi chiamiamo foro stenopeico, la nostra capacità di visione viene incrementata: questo è un effetto ottico dovuto al fatto che se noi guardiamo attraverso un forellino, se voi prendete un pezzo di carta, fate un foro e guardate attraverso esso, si riduce la quantità di luce che entra nell’occhio ma la vostra capacità visiva aumenta in presenza di un difetto di vista; praticamente i difetti di vista vengono annullati: se un miope guarda attraverso un foro, la sua miopia scompare, se è presbite la presbiopia scompare.
L’uomo ha cercato di riprodurre questo effetto per correggere la presbiopia ed è quindi nata la lente IC8, che è una normale lente da cataratta intraoculare che si mette al posto del cristallino umano ma ha una vasta tecnologia (che io ho ridotto ai minimi termini: ho detto che ha un foro all’interno): ha una zona ottica trasparente, poi a un certo punto comincia una zona oscurata e poi all’interno di essa vi è di nuovo una zona aperta, una specie di piccolo diaframma, del diametro di circa 1.8 mm.
Facciamo finta di avere una lente intraoculare sulla quale abbiamo appoggiato una caramella Polo: ecco, questo è un po’ l’aspetto che ha la nostra lente IC8.
Questa lente viene impiantata nell’occhio durante un intervento di cataratta al posto del cristallino malato e ha come caratteristica fondamentale quella di eliminare le aberrazioni che sono presenti in tutti quei pazienti che sono stati operati con una chirurgia corneale refrattiva, soprattutto quei pazienti che sono stati operati con vecchie chirurgie di cheratotomia radiale e con le vecchie chirurgie incisionali che si facevano 20/25 anni fa; negli anni 80′ la scuola russa di Fyodorov insegnò agli oculisti che con dei tagli nella cornea si otteneva un appiattimento nella zona centrale della cornea ma tutta la parte periferica rimaneva aberrata da questi tagli e dal cambiamento di curvatura, quindi il paziente con la cheratotomia radiale vede molto bene in condizioni di molta luce ma appena la luce scende vede malissimo.
A questo aggiungiamo il fatto che quando operiamo di cataratta un paziente con una cheratotomia radiale o che ha fatto un intervento laser con la zona ottica piccola, il calcolo del cristallino è sempre un terno al lotto, cioè facciamo molta fatica a calcolare il cristallino intraoculare per questioni tecniche, di fisica ottica e matematica e riusciamo molte volte a sbagliare molto facilmente il calcolo.
La lente IC8, se ben calcolata, consente di eliminare la maggior parte delle aberrazioni dovute a questo tipo di chirurgia corneale, quindi è oggi la lente, secondo me, da scegliere in caso di cheratotomia radiale.
L’azienda consiglia di operare solo un occhio, però ad alcuni colleghi che hanno fatto la chirurgia in un occhio i pazienti hanno chiesto di operare anche il secondo occhio con la stessa lente, dunque è una lente che sembra dare dei risultati eccezionali, soprattutto in pazienti operati di cheratotomia radiale.